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DIALOGO FRA DUE BESTIE

P. E. UN CAVALLO E UN TORO

(1822-24)

Toro. Che ossa son queste?

Cavallo. Io ho sentito dire spesso ai nostri vecchi ch’elle son ossa d’uomini.

Toro. Che vale a dir uomini?

Cavallo. Era una razza di animali che ora è perduta giá da chi sa quanto tempo.

Toro. Come, è perduta una razza di animali?

Cavallo. Oh, tanti altri animali si trovavano antichissimamente che ora non si conoscono altro che per le ossa che se ne trovano ecc. Discorso in grande sopra questa razza umana che finalmente si finge estinta; sopra le sue miserie, i suoi avvenimenti, la sua storia, la sua natura ecc. Non viveva giá naturalmente, e come tutti gli altri, ma in mille modi loro propri. E perciò avevano questa particolaritá curiosa che non potevano mai esser contenti né felici, cosa meravigliosa per le bestie, che non hanno mai pensato ad essere scontenti della loro sorte.

Toro. Oh, io non ho mai veduto un bue che fosse scontento d’esser un bue. Cagioni dell’infelicitá umana, la vita non naturale, la scienza (e questa dará materia ne’ vari suoi rami a infinite considerazioni e ridicoli) le opinioni ecc. Credevano poi che il mondo fosse fatto per loro.

Toro. Oh questa si ch’è bellissima! come se non fosse fatto per li tori.

Cavallo. Tu burli.

Toro. Come burlo?

Cavallo. Eh via, non è fatto per li cavalli?