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Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/371

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nota 365

da libri perduti di antichi scrittori greci, opera che sarebbe tratta da Stobeo». E non è improbabile dovesse comprendere anche traduzioni in versi, come i due frammenti di Simonide accolti nei Canti (XL, XLI) e i sei, che ho dato tra gli Abbozzi, di Archiloco, di Alessi Turio ecc.

Ancora: pochi mesi piú tardi (26 marzo 1826), si allargava a una Scelta di discorsi di Dione Grisostomo, di Massimo Tirio, al Gerone di Senofonte, ecc.

Altri disegni seguirono; ma né il definitivo fu tracciato mai, né parecchie delle traduzioni promesse pur cominciate: onde non giova seguire i particolari del carteggio su questo argomento con lo Stella, il quale all’ultimo finí di scoraggiare il traduttore, invitandolo a cedere questi lavori al Sonzogno per una delle sue Collane.

Piú tardi, nel decembre del 1827, al Puccinotti, che per uno stampatore di Macerata, un signor Mancini, gli chiedeva «qualche cosa d’inedito», offrí questi saggi che si sarebbero potuti stampare o separatamente o in un volume solo, nel quale avrebbe riunito, sotto il titolo di Alcuni volgarizzamenti, anche il Pletone e il frammento di Senofonte. Il Ranieri li diede, come s’è detto, sotto il titolo di Volgarizzamenti nel vol. II delle opere.

Seguendo questo proposito dell’A. qui ho aggiunto:

Discorso in proposito di una orazione greca di Giorgio Gemisto Pletone e Volgarizzamento della medesima. — Il discorso è del novembre 1826 - gennaio ’27, a proposito di un giudizio del Giordani sulle traduzioni: la orazione non si può precisare quando fu tradotta: l’uno e l’altro furono pubblicati nel Nuovo Ricoglitore, anno III, febbraio 1827, e fu anche stampato a parte: un esemplare che si conserva tra le carte napoletane ha correzioni di mano del Ranieri.

Frammento di una traduzione in volgare dell’«Impresa di Ciro» descritta da Senofonte. — Neanche di questi primi capitoli dell’Anabasi è possibile precisare quando la traduzione fosse fatta: due copie autografe se ne conservano tra le carte napoletane: fu stampato nel Nuovo Ricoglitore, anno I, settembre 1825.

I frammenti che qui si danno in Appendice furono stampati nel citato volume di Scritti vari dalle carte napoletane, pp. 376-84.