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MANUALE DI EPITTETO

[I]

Le cose sono di due maniere; alcune in poter nostro, altre no. Sono in poter nostro l’opinione, il movimento dell’animo, l’appetizione, l’aversione, in breve tutte quelle cose che sono nostri propri atti. Non sono in poter nostro il corpo, gli averi, la riputazione, i magistrati, e in breve quelle cose che non sono nostri propri atti.

Le cose poste in nostro potere sono di natura libere, non possono essere impedite né attraversate. Quelle altre sono deboli, schiave, sottoposte a ricevere impedimento, e per ultimo sono cose altrui.

Ricòrdati adunque che se tu reputerai per libere quelle cose che sono di natura schiave, e per proprie quelle che sono altrui, t’interverrá di trovare quando un ostacolo quando un altro, essere afflitto, turbato, dolerti degli uomini e degli dèi.

Per lo contrario se tu non istimerai proprio tuo se non quello che è tuo veramente, e se terrai che sia d’altri quello che è veramente d’altri, nessuno mai ti potrá sforzare, nessuno impedire, tu non ti dorrai di niuno, non incolperai chicchessia, non avrai nessuno inimico, niuno ti nocerá, essendo che in effetto tu non riceverai nocumento veruno.

Ora se tu sei desideroso di pervenire a questo sí felice stato, sappi che a ciò si richiede sforzo e concitazione d’animo