Pagina:Leopardi - Canti, Piatti, Firenze 1831.djvu/46

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40 canto iii.

110Empièr la vita di felici errori:
Nova speme d’Italia. O torri, o celle,
O donne, o cavalieri,
O giardini, o palagi! a voi pensando,
In mille vane amenità si perde
115La mente mia. Di vanità, di belle
Fole e strani pensieri
Si componea l’umana vita: in bando
Gli cacciammo: or che resta? or poi che ’l verde
È spogliato a le cose? il certo e solo
120Veder che tutto è vano altro che ’l duolo.

     O Torquato, o Torquato, a noi promesso
Eri tu allora; il pianto
A te, non altro, prometteva il cielo.
Oh misero Torquato; il dolce canto
125Non valse a consolarti o a sciorre il gelo
Onde l’alma t’avean, ch’era sì calda,
Cinta l’odio e l’immondo
Livor privato e de’ tiranni. Amore,
Amor, di nostra vita ultimo inganno,
130T’abbandonava. Ombra reale e salda
Ti parve il nulla, e ’l mondo
Inabitata piaggia. Al tardo onore
Non sorser gli occhi tuoi; mercè, non danno,