Pagina:Leopardi - Canti, Starita, Napoli 1835.djvu/124

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118 il sabato

Giù da’ colli e da’ tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
20Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
25Sa la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
30E seco pensa al dì del suo riposo.

     Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l’altro tace,
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
35Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s’affretta, e s’adopra
Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.

     Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
40Diman tristezza e noia
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascun in suo pensier farà ritorno.