Pagina:Leopardi - Canti, Starita, Napoli 1835.djvu/28

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Italo ardito, a che giammai non posi
Di svegliar dalle tombe
I nostri padri? ed a parlar gli meni
A questo secol morto, al quale incombe
5Tanta nebbia di tedio? E come or vieni
Sì forte a’ nostri orecchi e sì frequente,
Voce antica de’ nostri,
Muta sì lunga etade? e perchè tanti
Risorgimenti? In un balen feconde
10Venner le carte; alla stagion presente
I polverosi chiostri
Serbare occulti i generosi e santi
Detti degli avi. E che valor t’infonde