Pagina:Leopardi - Canti, Starita, Napoli 1835.djvu/55

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ai patriarchi 49

Furor novello incesta, e le nefande
Ali di morte il divo etere impara.
Trepido, errante il fraticida, e l’ombre
Solitarie fuggendo e la secreta
45Nelle profonde selve ira de’ venti,
Primo i civili tetti, albergo e regno
Alle macere cure, innalza (7); e primo
Il disperato pentimento i ciechi
Mortali egro, anelante, aduna e stringe
50Ne’ consorti ricetti: onde negata
L’improba mano al curvo aratro, e vili
Fur gli agresti sudori; ozio le soglie
Scellerate occupò; ne’ corpi inerti
Domo il vigor natio, languide, ignave
55Giacquer le menti; e servitù le imbelli
Umane vite, ultimo danno, accolse.

     E tu dall’etra infesto e dal mugghiante
Su i nubiferi gioghi equoreo flutto
Scampi l’iniquo germe, o tu cui prima
60Dall’aer cieco e da’ natanti poggi
Segno arrecò d’instaurata spene
La candida colomba, e delle antiche
Nubi l’occiduo Sol naufrago uscendo,
L’atro polo di vaga iri dipinse.
65Riede alla terra, e il crudo affetto e gli empi
Studi rinnova e le seguaci ambasce