Pagina:Leopardi - Canti, Starita, Napoli 1835.djvu/59

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ultimo canto di saffo 53


Infinita beltà parte nessuna
Alla misera Saffo i Numi e l’empia
Sorte non fenno. A’ tuoi superbi regni
Vile, o natura, e grave ospite addetta,
25E dispregiata amante, alle vezzose
Tue forme il core e le pupille invano
Supplichevole intendo. A me non ride
L’aprico margo, e dall’eterea porta
Il mattutino albor; me non il canto
30De’ colorati augelli, e non de’ faggi
Il murmure saluta: e dove all’ombra
Degl’inchinati salici dispiega
Candido rivo il puro seno, al mio
Lubrico piè le flessuose linfe
35Disdegnando sottragge,
E preme in fuga l’odorate spiagge.

     Qual fallo mai, qual si nefando eccesso
Macchiommi anzi il natale, onde sì torvo
Il ciel mi fosse e di fortuna il volto?
40In che peccai bambina, allor che ignara
Di misfatto è la vita, onde poi scemo
Di giovanezza, e disfiorato, al fuso
Della rigida Parca si volvesse
Il ferrigno mio stame? Incaute voci
45Spande il tuo labbro: i destinati eventi
Move arcano consiglio. Arcano è tutto,