Pagina:Leopardi - Canti, Starita (corretta), Napoli 1835.djvu/42

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36 a un vincitore


Nè la palma beata e la corona
D’emula brama il punse. E nell’Alfeo
20Forse le chiome polverose e i fianchi
Delle cavalle vincitrici asterse
Tal che le greche insegne e il greco acciaro
Guidò de’ Medi fuggitivi e stanchi
Nelle pallide torme; onde sonaro
25Di sconsolato grido
L’alto sen dell’Eufrate e il servo lido.

     Vano dirai quel che disserra e scote
Della virtù nativa
Le riposte faville? e che del fioco
30Spirto vital negli egri petti avviva
Il caduco fervor? Le meste rote
Da poi che Febo instiga, altro che gioco
Son le cure mortali? ed è men vano
Della menzogna il vero? A noi di lieti
35Inganni e di felici ombre soccorse
Natura istessa: e là dove l’insano
Costume ai forti errori esca non porse,
Negli ozi oscuri e nudi
Mutò la gente i gloriosi studi.

     40Tempo forse verrà ch’alle ruine
Delle italiche moli
Insultino gli armenti, e che l’aratro