Pagina:Leopardi - Canti, Starita (corretta), Napoli 1835.djvu/77

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la vita solitaria 71

In terra amico agl’infelici alcuno
E rifugio non resta altro che il ferro.

     Talor m’assido in solitaria parte,
Sovra un rialto, al margine d’un lago
25Di taciturne piante incoronato.
Ivi, quando il meriggio in ciel si volve,
La sua tranquilla imago il Sol dipinge,
Ed erba o foglia non si crolla al vento,
E non onda incresparsi, e non cicala
30Strider, nè batter penna augello in ramo,
Nè farfalla ronzar, nè voce o moto,
Da presso nè da lunge odi nè vedi.
Tien quelle rive altissima quiete;
Ond’io quasi me stesso e il mondo obblio
35Sedendo immoto; e già mi par che sciolte
Giaccian le membra mie, nè spirto o senso
Più le commova, e lor quiete antica
Coi silenzi del loco si confonda.

     Amore amore, assai lungi volasti
40Dal petto mio, che fu sì caldo un giorno,
Anzi rovente. Con sua fredda mano
Lo strinse la sciaura, e in ghiaccio è volto
Nel fior degli anni. Mi sovvièn del tempo
Che mi scendesti in seno. Era quel dolce
45E irrevocabil tempo? allor che s’apre