Pagina:Leopardi - Canzoni, Nobili, Bologna 1824.djvu/58

Da Wikisource.

(58)

        Virginia, a te la molle
Gota molcea con le celesti dita
Beltade onnipossente, e de gli alteri
Disdegni tuoi si sconsolava il folle
80Signor di Roma. Eri pur vaga, ed eri
Ne la stagion ch’a i dolci sogni invita
Quando il rozzo paterno acciar ti ruppe
Il bianchissimo petto,
E a l’Erebo scendesti
85Volonterosa. A me disfiori e scioglia
Vecchiezza i membri, o padre; a me s’appresti,
Dicea, la tomba anzi che l’empio letto
Del tiranno m’accoglia.
E se pur vita e lena
90Roma avrà del mio sangue, e tu mi svena.