Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/107

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DISSERTAZIONE SOPRA L’ATTRAZIONE qualunque si appenda nell’estremità d’una bilancia il quale mantenga l’equilibrio tra l’altra estremità della bilancia alla quale un corpo egualmente s’appenda. Quindi da un’alta torre si cali a terra appoco appoco uno di essi corpi per mezzo di un filo il quale pur si comprenda nel peso del medesimo destinato a mantener l’equilibrio si vedrà che la bilancia rimane sempre nella posizione, in cui era prima della discesa di uno de’ corpi. Laonde rimanendo egualmente la medesima forza di |28| gravi¬ tà nelle diverse distanze dalla terra sembra alcerto non doversi ammettere, che ciascun corpo si attragga nella ragione duplica¬ ta inversa della distanza. Nondimeno siffatto principio alcuna alterazione non soffre dall’accennato esperimento; poiché niuna differenza può scorgersi della forza di gravità in una va¬ rietà sì piccola di distanza calcolato essendo inoltre, e dimo¬ strato da’ Fisici, che questa diversità non può nemmeno notarsi se l’esperimento vengane fatto nel monte delle Isole Canarie chiamato Pico di Teneri/, che affermasi esser di tutti il più alto per la cagione medesima, che qui sopra abbiamo apportato. È questa la legge principale dell’attrazione, alla quale rivocar si può in qualche modo ogni altra di quelle, che intorno alla forza attraente vengono dai Fisici stabilite. Non si ferma il Filosofo a dimostrare le proprietà dell’attra¬ zione soltanto nelle grandi, o piccole, maggiori, o minori di¬ stanze, e tra |2g>| corpi diversi, ma passa ancora a considerare 133