Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/116

Da Wikisource.

DISSERTAZIONI FISICHE quale in Parigi batteva regolarmente i secondi misurava nell’I¬ sola tempi più lunghi. Ciò deve per mio avviso, e per quello de’ più saggi Filosofi spiegarsi in tal modo. La terra aggirandosi in¬ torno al suo centro ciascun punto della propria superfìcie in¬ sieme con tutti i corpi che sopra di essa si trovano vengono da essa portati a ravvolgersi unitamente a tutta la sua mole. Il cir¬ colo dell’equatore è maggiore di tutti quelli, che incontransi andando da questo ai poli maggiore, per conseguenza, esser de¬ ve la velocità della terra nel percorrere questo circolo di quella che impiega per trascorrerne qualunque altro; onde minore sa¬ rà la sua velocità quanto maggiore è la distanza de’ circoli |38| dall’equatore. Ciò posto è evidente, che ogni corpo discenden¬ do al centro della terra sarà ritardato dal moto centrifugo della medesima, e che la resistenza che esso sperimenta tanto sarà minore quanto minore è la velocità del moto centrifugo, e con¬ seguentemente quanto maggiore è la distanza del circolo, in cui esso si trova da quello dell’equatore, e viceversa. Perciò nel¬ l’Isola di Cajenna vicina a questo circolo più tarde esser debbo¬ no le oscillazioni del pendolo, le quali non sono, che un pro¬ dotto della forza di gravità, il che vien dimostrato dal modo medesimo in cui esse avvengono. Poiché s’innalzi un pendolo dal punto di quiete ad un altro punto qualunque di sufficiente altezza, e quivi si abbandoni; egli dovrebbe da questo punto ca¬ dere perpendicolarmente al centro della terra ma essendogli ciò impedito dal filo a cui è appeso la sua gravità non può ope¬ rare che portandolo a descrivere nella sua caduta un arco che 142