Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/176

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DISSERTAZIONI FISICHE stituiscano de’ raggi emuli di altrettante linee rette; non potendo la loro gravità distorli da quel retto sentiere per esser ella infinitamente picchia in corrispondenza della loro prodigiosa sottigliezza. In prova di ciò si può far entrare un raggio di sole entro una camera buja per un foro prati¬ cato in una finestra. Vedrassi ella seguire immancabilmente il mentovato retto sentiere, talché facendosi un altro foro nella parte opposta del muro, fino a cui si sporge il detto raggio propagherassi egli al di fuori, e scompa¬ rirà dell’intutto quella sua porzione, che attraversa la stanza senza dif¬ fondere in quella la menoma quantità di luce. Lo provano similmente le ombre de’ corpi, i cui perimetri sono tali, che scorgonsi limitati da’ raggi sporgenti in linea retta dal corpo illuminato sino ai diversi loro punti. Che anzi neppur elleno esisterebbono se la luce si propagasse per curvi sentieri, giacche le ombre vengono cagionate siccome ognun sa da una semplice privazione di luce oppur dall’esser ella debole all’eccesso ». Ed infatti se si ponga d’innanzi a dell’acqua corrente un corpo im¬ mobile si vedrà ella ripiegarsi verso i suoi lati e quindi piegan¬ dosi di nuovo, e riunendosi seguire come prima il suo corso, il che non accadendo nella luce è I37I necessario il dire, che ella non si propaga, che per sentieri rettilinei. La luce allorché passa per i corpi diafani soffre un certo deviamento, il quale chiamasi rifrazione. Egli è tanto maggiore quanto maggiore è la densità del mezzo, per cui la luce è co¬ stretta a passare. Per la Rifrazione ella si accosta tanto più alla linea perpendicolare alla superficie del mezzo quanto egli è più denso del corpo, in cui ella era prima della rifrazione, e tanto più se ne allontana quanto il primo è meno denso del se¬ condo. I vetri convessi sono quelli, i quali riuniscono i raggi, che cadono sopra di essi in un punto tanto meno distante dal proprio foco quanto maggiore è la loro convessità. Così quanto ella è maggiore tanto maggiori appariscono gli oggetti guardati attraverso del vetro, perchè in tal modo questo riunisce i raggi emanati da ciascun punto dell’oggetto più presto, e per conse¬ guenza in un angolo maggiore. Egli è dimostrato dalla leggi dell’Ottica, che quanto maggiore è l’angolo sotto cui ci si pre¬ 202