Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/234

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DISSERTAZIONI MORALI o in difetto, senza, che faccia di mestieri, che la medesima sia in un certo punto, di cui maggiore, o minore esser non possa sen¬ za trascorrere, e cader negli estremi. Ma egli è ornai tempo di entrare in quelle questioni, di cui sin dal principio favellammo l’una cioè se le passioni sieno di propria natura cattive, e l’altra se possa alcun’azione chiamarsi indifferente. Noi non farem qui, che riportare le ragioni di cia¬ scuno degli opposti partiti senza determinarci in conto alcuno per veruno di essi. E riguardo alla prima delle proposte contro¬ versie coloro i quali sostengono esser le passioni di propria na¬ tura cattive sogliono argomentare in tal modo. Le passioni essi dicono altro non sono, che un certo eccitamento, per cui l’ani¬ ma si muove a giudicare, o ad operare senza attendere l’esame della ragione. Or di qui subito apparisce, che le passioni sono di propria natura cattive giacché spingono I37I l’uomo ad operare senza ragione, e in forza soltanto di un cieco entusiasmo, il che chiaramente vedesi esser naturalmente malvagio. Inoltre chi può negare, che un ente senza passioni sarebbe più perfetto di coloro che le hanno? e se ciò non può negarsi egli è chiaro, che le passioni deformano l’uomo, e sono naturalmente cattive mentre più perfetto si stimerebbe colui, che ne fosse esente. Ad una sì forte argomentazione rispondono i seguaci del con¬ trario partito con il seguente raziocinio. Se malvagio, a dir loro fosse tutto ciò, che spinge l’uomo a determinarsi senza atten¬ 260