Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/264

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DISSERTAZIONI MORALI quando si ama alcuno perchè a noi ne vien bene, o allorquando si ama solo perchè facendoci egli del bene par giusto, che noi altresì a lui ne desideriamo. Nel primo caso la utilità è il fine dell’amicizia, nel secondo non ne è che il motivo. Egli è evi¬ dente, che quanto I74I lodevole si è l’amicizia della seconda spe¬ cie, la quale è indicio di animo grato, e virtuoso, altrettanto è vile quella della prima, nella quale seppur si dà giammai vera benevolenza essa non è diretta, che al ben proprio, e al proprio interesse, e non ha per cagione che la propria utilità; fine, e motivo ambedue vilissimi, e indegni di costituire la causa, e l’oggetto dell’amicizia. L’amicizia, che nasce dal piacere può dirsi simile in parte a quella, che nasce dalla utilità mentre se il piacere sia il fine del¬ la benevolenza non sarà questa vera amicizia poiché colui, che ama il suo amico sol per trarne un piacer proprio ama piuttosto sè, che l’amico. Se però il piacere sia solo il motivo della bene¬ volenza, così che alcuno ami il suo amico perchè studiandosi egli di dargli piacere par giusto mostrarglisi grato col desiderar¬ gli bene l’amicizia sarà molto onesta come dicemmo parlando di quella, che nasce dalla utilità. La amicizia, che nasce dalla virtù si è la I75I più nobile, e la più magnifica di ogni altra come quella, che non ha per motivo, che la virtù, non ha per fine, che la virtù, e non si mantiene, che per un continuato esercizio di quasi tutte le virtù. Essa ha luogo allorquando avvenendosi alcuno in un uomo ornato di probità, e di onestà questi gli sembra degno della sua benevolenza, ed amandolo ne è scambievolmente riamato. La Liberalità, la genti¬ lezza, la piacevolezza, e le altre virtù vengono d’ordinario scam- 290