Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/277

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300 |5| INulla di più prezioso, nulla di più sublime, e più nobile, che la ragione può l’uomo rinvenire in se stesso. Questa si è quel raggio, che l’illumina nel cammin della vita; questa si è quella voce, che gli serve di guida nel disastroso sentiero della virtù; questa si è quella finalmente, che diradando, e discio¬ gliendo le maligne nebbie dell’errore lo conduce come per mano fino alla vera indefettibile felicità. Nulla dunque di sì importante all’uomo quanto render diritta, e savia questa reg- gitrice del suo vivere mentre se malvagia ella sia, malvagio sarà l’uomo ancora, che da essa dipende. A liberar dunque la ragio¬ ne da ogni macchia di errore sono principalmente dirette quel¬ le scienze, che insieme unite appellansi col nome generico di Filosofia, e sopra tutte quella, che insegnando all’uomo l’arte di conoscer le percezioni, e di rettamente giudicar delle cose per mezzo di un esatto raziocinio \6\ serve di necessario apparec¬ chio alle altre filosofiche scienze. Volendo noi dunque additare i principali fonti, da cui dimanano i dogmi di questa interessan¬ tissima scienza, parleremo della percezione, del giudizio, e del raziocinio parti precipue della medesima. Dovendo qui svolge¬ re i precetti dell’arte di ben servirsi della ragione, ci guardere¬ mo nel nostro discorso di seguire altra guida, che la ragione istessa. La percezione si divide nella sensazione, e nella intellezione. La sensazione si è quella cognizione, che l’uomo acquista per 301