Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/447

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JEAN SAURI 38. Sauri, Met. 1, p. 11, c. vi, 81 (Sogni, § 9): Nel tempo della vigilia le impressioni, che fanno gli oggetti esterni, passano agevolmente al sensorio: l’anima acquista le idee degli og¬ getti medesimi, ed esercita l’impero suo sopra il corpo, al quale si trova unita. 39. Sauri, Met. 1, p. 11, c. vi, 81 (Sogni, § 10): Il sonno è uno stato contrario: l’anima non rimarca gli og¬ getti presenti, e non esercita nessun impero sopra la macchina. Allorché siam prossimi ad addormentarci, noi ci accorgiamo, che l’anima nostra è occupata da idee, e da sensazioni vive, e di¬ stinte: poco dopo l’attezion si minora, ed appena l’anima getta qual¬ che languido sguardo sopra gli oggetti delle sue cognizioni. 40. Sauri, Met. 1, p. 11, c. vi, 81-82 (Sogni, §§ 11-12): A questo stato ne succede poi un altro, che noi chiamiam sonno, ed in cui e malagevole sapere; se abbia l’anima continuamente delle idee, perchè non possiamo risovvenirci di tutto quello, che in questo stato sperimentiamo. (...) Io intendo per sogno, quel tempo del sonno in cui l’anima nostra si rappresenta degli oggetti rimoti, ed assenti, (a), e dei quali possiamo ricordarci, almeno in confuso, quando siamo svegliati. (a) Noi non possiam ragionare sui sogni, che per esperienza; e perciò, quantunque possa avvenire, che l’anima nostra continuamente sia in so¬ gno, allorché dormiamo, noi non chiamiamo sogno, se non quel tempo, durante il quale l’anima si rappresenta degli oggetti assenti, che si posso¬ no rammentare anche in tempo della vigilia. Il principale carattere, che distingue il sogno dalla vigilia, si é la riflessione più languida nel primo stato, che nel secondo. Nel sogno fa l’anima poca attenzione, ed alle volte nessuna sulla serie delle modificazioni, che prova; ma in tempo della vi¬ gilia quest’attenzione è sempre assai più vivace. 41. Sauri, Met. 1, p. 11, c. xxvm, 316 (Bestie, §§ 8-9): Io aggiungerei, che le bestie hanno un’anima dotata di libertà, ma che questa libertà è altrettanto imperfetta, quanto l’intelletto, che 471