Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/453

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JEAN SAURI uomini; di modo che la ragione, che nell’uomo consiste nella facoltà di conoscere il seguito, ed il legame delle verità eterne, è ella infinitamente perfetta in Dio, e limitatissima nel l’uomo, il quale abbisogna di passare successivamente dai principj alle conseguen¬ ze, ed il quale non procede neppure molto lontano: laddove Dio vede in un tempo istesso il principio, la conseguenza, e la unione di tutte le verità l’una coll’altra, (a) Quindi ha Dio eminentemente il raziocinio dell’uomo, vale a dire, che il nostro raziocinio si trova in Dio senza veru¬ na imperfezione. (a) Io qui intendo per conseguenza una proposizione, che segue da un’altra necessariamente. 57. Sauri, Met. 11, s. 11, c. 11, 22-23 (Provvidenza, § 9): Dio conosce il futuro: perciocché anche l’uomo medesimo co¬ nosce alcune cose future. Gli Astronomi, per esempio, possono preveder facilmente alcune eclissi: e però Dio deve tanto mag¬ giormente conoscere l’avvenire. Egli parimente conosce ciocché potrebbe accadere, se avesse luogo una data condizione: egli conosce per esempio cosa succederebbe, se un’armata di Cine¬ si venisse in Europa. Conseguentemente egli conosce le cose avvenire anche sotto condizione. Chiamasi scienza di visione, 0 sia previdenza quella, per cui Dio conosce le cose future; e chiamasi scienza di semplice intelligenza quella, per cui Dio medesimo conosce le cose pu¬ ramente possibili.Vi sono dei Teologi, i quali distinguono le cose puramente possibili dalle cose, che accaderebbono, se avvenisse una data condizione qualunque; e chiamano essi col nome di scienza media quella, per cui Dio conosce i futuri condizionali. (...) Ma coloro, che risguardano i futuri condizionali come cose puramente possibili, ri¬ gettano la scienza media. 58. Sauri, Met. 11, s. 11, c. 11, 23 (Provvidenza, § 11): Dio è immutabile quanto alla sua sostanza, che non può essere alterata in riguardo alle sue perfezioni. Difatti egli non può acqui¬ starne alcuna di nuova, nè perderne alcuna delle sue proprie-, percioc¬ ché da tutta la eternità egli ha avute le sue medesime ragioni di volere 477