Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/516

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II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA gno di essere ben voluto, e per ciò si muove a volergli bene; poiché se tale benevolenza sarà scambievole, e scambievolmente si manifeste¬ rà, sarà quella rara amicizia, che si dice nascer da virtù, et è il più ricco tesoro, che aver possa l’uomo in questa vita. (...) Seb¬ bene non potendo il virtuoso non essere e piacevole, e liberale, e cortese, e magnanimo, non può non essere ancora cosa molto utile, e mol¬ to gioconda; e chi l’ama, inquanto è virtuoso, viene per con¬ seguente ad amarlo anche inquanto è utile, e inquanto è gio¬ condo. 142. Zanotti v, c. x, 138 (Qualità dell’animo, § 34): Non è alcun dubbio, che tale amicizia non siafra tutte la più gentile, e la più nobile; sì perchè è posta in virtù, sì ancora perchè non ha altro fine, che il ben dell’amico, essendo disgustata dall’in¬ teresse, e dal piacere. (...) E pare ancora, che debba essere du¬ revolissima, imperocché non ricercando negli amici se non la virtù, niente commette al caso e alla fortuna. 143. Zanotti v, c. xii, 145-146 (Qualità dell’animo, § 37): Quistione Prima. Se l’amicizia sia un atto, 0 più tosto un abito. (...). Ora può facilmente vedersi, che l’amicizia è più tosto un abito, che un atto; perciocché l’amicizia non cessa, benché cessi di tanto in tanto l’operazione; e se Lelio vedrà dormir Scipione, non dirà già, che Scipione non sia suo amico; dirà più tosto che Scipione suo amico dorme. 144. Zanotti v, c. xii, 146 (Qualità dell’animo, § 38): Quistione Seconda. Se l’amicizia sia virtù. E par veramente, che non debba essere per due ragioni, delle quali la prima è questa: La virtù è un abito, che si fa con l’esercizio, e per uso; ma la benevolenza, e l’amicizia non si fanno a questo modo; non dicen¬ dosi mai, che uno voglia bene all’amico, perchè vi si è eserci¬ tato, e vi ha fatto uso, ma per altro; dunque l’amicizia non è virtù. 538