mancare di darle dispiacere se Ella saprà che io, essendo giunto
fino a Bologna, non ho proseguito il viaggio e non ho creduto
possibile di profittare della sua gentilezza. Il darle dispiacere
sarebbe cosa tanto dolorosa per me, che non ho potuto a meno
di rispondere al Sig. Moratti che piuttosto che disgustarla, io
era pronto ad adempiere in qualunque modo la mia promessa
e continuare il cammino al più presto. Converremo insieme del
modo, ed Ella intanto si persuada che io non farò alcun rispar-
mio delle mie forze per servirla, e che non ho maggior deside-
rio che di ripeterle in presenza e provarle col fatto che io sono
di tutto cuore
il suo vero e cordialissimo amico e servitore Giacomo Leopardi |
708. |
Di Giuseppe Maria Emiliani. |
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Pregiatmo Sig.r Conte
Trovandomi in Roma, e avuto discorso con Piero Visconti sulle
di lei Canzoni, e sulla rapidità (indizio certo del merito delle mede-
sime) con cui furono esaurite le ripetute Edizioni, trovava utile di farne
una ristampa in un sesto tascabile, e comodo, ommettendo le note,
che non fossero necessarie. Non ebbi che ridire di questo suo divisa-
mente, e dissi, che in Faenza, ove abbiamo una buona Stamperia, e
prezzi discreti, si poteva intraprendere, ed io m’incaricavo dell’esecu-
zione, certo di far cosa grata agli Animi Italiani, e ai buoni Studj. Pre-
gai però l’amico Visconti a voler scrivere a Lei per renderla intesa della
cosa, e sapere se avesse avuto altro d’inedito da aggiungere, o corre-
zioni da fare. Il Visconti partì per Napoli col Pp.e Corsini, ed io per
Firenze, e solo a questi giorni mi sono restituito a Faenza, ove ho ritro-
vato la gentilissima sua 13. Giugno p.° p.0,1 a cui rispondo, che, se
a Lei piace, attenderò l’esemplare, corretto in quel modo, che Ella gra-
dirà, che si pubblichi. E rallegrandomi seco Lei del suo modo di sen-
tire, e di scrivere, e col desiderio, che altri sentano, e scrivano egual-