Caro Cugino ed Amico.
Vi promisi di scrivervi da Bologna, e in ogni modo avrei pur
dovuto ringraziar voi e tutti i vostri delle tante cortesie che mi
usaste in Pesaro, ma sono stato poi sempre, parte occupato, parte
distratto in maniera che ho mancato all'obbligo mio, del che
non voglio che mi scusi altro che la confidenza che ho nella vostra
amicizia. Sono qui da un mese e mezzo, e forse mi fermerò ancora
qualche altro tempo. Appena arrivato, vidi Monti, il quale mi
domandò subito di voi e del vostro Lucano. Lo salutai per parte
vostra e gli esposi quello che voi mi avevate commesso che gli
dicessi. Da quella volta in qua non l’ho mai veduto, e credo
che non lo vedrò, perchè in quella prima visita volli propria-
mente sputar sangue per parlargli in modo che egli mi potesse
intendere, e in verità non ho forza di petto che basti per con-
versar con lui nè anche un quarto d’ora. Eccetto questa sordità
spaventosa, che me lo rende inutile, mi parve che stesse bene.
Ho avuto occasione di conoscer qui un Dott. Rossetti trie-
stino, uomo molto dotto e pregevole, il quale desidera da costì
quello che potrete intendere dalla sua lettera che vi acchiudo.1
Gli ho parlato di voi e del Contino Mamiani,2 e gli ho promes-
so di raccomandar caldamente il suo desiderio all’uno e all’al-
tro. Se poteste trovar via di contentarlo, mi fareste cosa molto
cara, e il medesimo intendo dire per vostro mezzo al Contino
Mamiani, che vi prego di salutare singolarmente a mio nome.
Non guardate se a fare il riscontro del Codice si richiedesse un
poco di spesa, perchè il Dottore è molto ricco e pagherà volen-
tierissimo quanto sarà di bisogno. Ha in Trieste una Biblioteca
petrarchesca copiosissima e una gran raccolta di ritratti del
Petrarca e di Laura, cose che gli costano continuamente una
buona quantità di danari. In fine ve lo raccomando assai, e avrò
per molto caro se potrete far che la mia raccomandazione gli
giovi a qualche cosa.