[s.d., ma Bologna, marzo 1826] |
Paolina mia. Un velluto perfettamente simile alla mostra non
si è potuto assolutamente trovare in Bologna, e se non credi
a me, credi ad Angelina, che sai bene che se ne intende, la quale
per farne ricerca ha girato inutilmente venti botteghe. Ti mando
certe mostre di velluti che si accostano al colore di cotesto. Se
Mamma crede che qualcuno di questi faccia a proposito, riman-
dami quella tal mostra, e Mamma sarà servita subito per la Dili-
genza. Saluti a tutti. Addio, addio.
855. |
A Gian Pietro Vieusseux. |
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Signor mio gentilissimo, pregiatissimo e caro.
Vi ringrazio dell’onore che avete fatto ai miei dialoghi di pub-
blicarli nel vostro Giornale,1 benché io m’avvegga di non aver
saputo spiegare a Giordani il mio desiderio in questo propo-
sito, e benché mi abbiano un poco umiliato i molti e tremendi
errori che sono corsi nella stampa (tali che spesso nel leggerla
non m’intendeva io stesso), e l’ortografia barbara che vi regna.
Quantunque l’articolo che mi riguarda abbia il titolo di primo
saggio, credo che non abbiate però intenzione di pubblicare altri
dialoghi, e che non ne abbiate anche copia, dopo rimandatomi
il ms., della cui diligentissima spedizione vi rendo molte gra-
zie. Se fosse altrimenti, vi pregherei, quando sia senza vostro
incomodo, di sospendere per ora questa pubblicazione.
Ma soprattutto io vi debbo ringraziare e vi ringrazio since-
ramente e caldamente della vostra amorosa lettera. Alle vostre
espressioni graziose e cordiali, rispondo che da gran tempo io
vi stimo altamente e vi amo con tutto il cuore come uomo prezio-