si stamperà quest’altra mia traduzione. Ma non esigete da me, che non
vi ponga il vostro nome. Se il vostro amor proprio ne soffre, il mio
ne gode. Piuttosto, quando crediate di tornirli in oggi più belli, me
li manderete entro il venturo settembre.
Ho subito partecipato in iscritto le vostre promesse al rispettabile
Mons.r Invernizzi, che ne è stato contentissimo, e che vi ringrazia.
Il vostro Cugino Melchiorri, per un felice equivoco, è stato desti-
nato a portare la notizia della porpora Romana all’Ardv. di Reims,
e sin da oggi deve porsi in viaggio. Forse lo vedrete al ritorno costì.
Il S. Padre ha nel concistoro di questa mattina preconizzati in Car-
dinali, già riservati in petto, due dotti uomini il P. Micarà Genie dei
Cappuccini, Predici Apost., ed il P. Cappellari Camaldolese.2 Il S.
Collegio acquista per essi un nuovo lustro, ed i coltivatori delle utili
scienze un nuovo eccitamento.
10 non posso desistere, Giacomo mio di pregarvi a leggere l’opera
di Maistre «Les soirées de St. Petersbourg». Forse questa vi farà
nascere la voglia di scorrere anco il Lamennais «Sur I’Indifférence ec.».
Ciò basta per un’ingegno [sic] come è il vostro per accendervi di nobili
fiamme.
Addio Caro Nepote. Ho da Urbino le più lusinghiere testimonianze
dei progressi che fanno quei miei Figli in tutte le parti di buona educa-
zione, Ruggiero specialmente, che compie ai 22 del corr.te gli anni 15.
Vogliatemi bene quanto io ne voglio a voi. Ricevete i più affet-
tuosi saluti di mia famiglia, e crediatemi con leale attaccam.
V. Aff. Zio
Carlo Antici
11 Sig. Testa non partirà che fra sei giorni.
864. |
Di Pier Lisandro Polidoros. |
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Mio Cmo Sigi Conte
Ebbi il piacere di scrivervi nel mese passato,1 ma inutilmente sono
stato in aspettazione di qualche risposta. Mi vado imaginando, che
la mia lettera siasi perduta, e perciò vi scrivo per la via di Turino.
Ripeto, che mi sono fissato in qtà città, e grazie al Cielo presente-