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Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Sig. ed Amico amatis. e pregmo.
Rendo risposta alle favme sue de’ 20 e 22 corrente. Son tor-
nato a raccomandare al Moratti l’affar delle spedizioni, come
fo quasi ogni volta. Ma egli mi risponde sempre di non aver
mancato di spedir subito, e io non so che cosa mi replicare. Non
veggo a che attribuire questi maledettissimi ritardi (i quali è
più che certo che non provengono nè potrebbero provenire da
questa censura), se non all’infame negligenza delle diligenze e
delle poste. Se a ciò Ella crede ch’io possa porre qualche riparo,
mi scriva il come, e io farò tutto il possibile. Ho ricevuto le
nuove prove del Petrarca, e del Cicerone, che consegnerò infal-
libilmente al Moratti quest’altro ordinario, con nuove rac-
comandazioni. La mia intenzione sarebbe di terminare il la-
voro del Petrarca per questo autunno, se la salute o altro osta-
colo non m’impedirà. Gli altri volumetti della Collezione dei
Moralisti conterrebbero = Scelta di Discorsi di Dione Griso-
stomo? = Idem di Massimo Tirio. = Idem di Pensieri filosofici
di autori perduti, dalla Collezione di Stobeo. = Idem di favole
esopiane di autori greci. = Il Gerone di Senofonte. = Questo
è quanto posso dirle fin qui, giacché io stesso non saprei ancora
determinarmi circa gli altri, e risolverei in seguito. - Confesso
che mi sento mollo lusingato e superbo del voto favorevole che
Ella accorda alle predilette mie Operette morali. Il ms. è di
311. pagine, precisamente della forma del ms. d’Isocrate che
le ho spedito, scrittura egualmente fitta, di mio carattere.1
Sarei ben contento se Ella volesse e potesse esserne l’editore.
Delle offerte (di cui Ella mi domanda) non dobbiamo parlare.
Già s’intende che quel poco di buono ch’io ho o posso avere
in materie letterarie, e che sia di suo uso, dev’esser suo senz’al-
tri discorsi. Solamente la prego a darmi una risposta concreta
in questo proposito tosto ch’Ella potrà. - Debbo fare a Lei ed