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Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Sig. ed Amico amatissimo
Sento con gran piacere dalla favma sua 1 Aprile che le sieno
giunte le prove del Petrarca. Benché Ella non lo esprima, credo
e spero che Ella abbia inteso dire anche delle prime, non meno
che delle seconde. Avrei ben caro che Ella p[er] mia quiete si
compiacesse di assicurarmene. Consegnai immediatamente al
S. Moratti le prove del 70 e 8° foglio del Cicerone colle mie
osservazioni. - Quando Ella vorrà che io consegni al mede-
simo la materia ms.a del Petrarca che ho pronta fin qui, non
avrà che da avvisarmene. - Se lo credesse opportuno, faccia,
la prego, i miei complimenti al.Sig. Nardini, che io conosco p[er]
riputazione, e stimo, già da buon tempo. - Confidandomi
nella sua bontà, le dirò che non ostante la capacità ed esattezza
da me ben conosciuta in cotesti compositori e correttori, gradi-
rei pur molto, se non le sarà di soverchio incomodo, di dare
una rivista alle prove di stampa dell ’Epitteto e dell 'Isocrate, mas-
sime che il ms.° di quest’ultimo è molto intralciato. Ella sa che
l’Alfieri diceva che un’opera già copiata e pronta per la stampa,
è mezzo fatta: l’altra metà della fatica è quella di condur l’edi-
zione. Spesso molte imperfezioni che non si sono ravvisate nel
ms.°, saltano agli occhi dell’autore, quando egli vede la sua
opera in istampa. Spero che Ella mi perdonerà questa mia scru-
polosa delicatezza, e forse la considererà come una nuova prova
della cura sincera che io pongo nelle mie opericciuole, con vero
interesse di farle bene.
Senza risponder per ora altro alle sue sempre amorevoli, sem-
pre cortesi e generose espressioni, mi contenterò di dirle che
io terrò il ms. delle Operette morali a sua disposizione; e che,
essendomi infinitamente a cuore il successo di quel lavoro, mi
stimerò fortunato se l’edizione sarà intrapresa da Lei, perchè
son certo che sì per la diligenza, sì per la proprietà e pulitezza