festo, il quale vuò che serva ad un tempo di Prefazione alla intera Col-
lezione. I fogli che vi spedisco contengono un ammasso enorme di mate-
riali da compilarlo. Mi ricordo sempre che una bella facciata è una
molto buona commendatizia all’interno di un edificio.
Scusami, Amicissimo, se sono disceso a tante particolarità; e ne
tengo in serbo altre molte. Ho voluto risparmiarti la noia di sentirle
a voce tornando mille volte un passo indietro, dimenticando, sba-
gliando, confondendo. Vedrai che non ostante ho ripetuto molte cose
per tema di averne a dimenticare qualcuna. Scusami per pietà! Tu solo
puoi essere tanto buono e generoso.
Dì alla S.a Padovani che se stassera vuol venire a sentire Madama
Banti, la figlia della fu celeberrima Banti, ci farà piacere. Non dico
di venire a prenderla perchè sono in faccende.
Addio Amatiss.0 Amico. Se vieni da noi ti vedrò tanto volentieri
e parleremo di nostre faccende. Da Marchetti potressimo andare un’al-
tra sera. Questa sera da me saremo in famiglia, senza cerimonie, senza
toletta. Addio.
899. |
A Giuseppe Melchiorri. |
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Mio caro, Ti ringrazio della memoria che serbi di me. La
sera che tu passasti di qua, io tornai a casa molto tardi, e giudi-
cai che andando alla posta, non ti avrei trovato. Mandai subito
a Schiassi il tuo piego ben chiuso, e glielo raccomandai. Orioli
ti saluta, e spera di rivederti qui al tuo ritorno, come spero
anch’io: parleremo insieme di molte cose: vedi, se mi ami, di
poterti fermar qui un poco. Ti spedisco oggi sous bande per la
posta un esemplare delle canzoni, come tu desideri. La fortuna
l’aiuti che non lo fermino in Lombardia dove le Canzoni sono
proibite e proscritte, come saprai. Fa’ i miei complimenti a MM.
Botta e Salfi, ed offeriscimi a servirli qui in Bologna di quello
che io possa. Hai tu veduto costì un cav. Puccini di Pistoia,
molto ricco ed amico dei letterati? Io sto di salute competente-
mente bene. I miei studi sono ora noiosissimi, perchè debbo