Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/140

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giacomo leopardi

boniano dava ad intendere appunto a Giustiniano, che egli non morrebbe, ma in carne, ed ossa sarebbe trasportato in cielo a guisa degli antichi Semidei; il che equivale ad una specie di Divinizzazione. La cosa è riferita da Esichio Milesio, che vivea al tempo dello stesso Giustiniano, e da lui l’ha appresa Suida.

Ma forse tutte queste prove poco varrebbono, poiché probabilmente «dificatus» non è che una semiparola, e deve leggersi «edificatus» prendendo la e, dalla precedente semiparola «...eratore». Ella deciderà con un occhiata [sic], e scioglierà in un momento quei dubbj, che io non potrei porre in chiaro con un mese di studio. La lapide non mostra segno di contraffazione. Essa ci fu portata da un uomo di campagna, e il prezzo che questi ne richiese fece vedere che nè egli, nè alcun suo corrispondente l’avea contraffatta. E coperta di quel leggiero strato, o patina come sogliam dire, che caratterizza i monumenti antichi: e manda un odore disgustoso, il quale sembra mostrare che essa è stata dissotterrata.

Ella farà della copia di questa lapide quell’uso che più le piacerà.

Forse essa non avrà alcun pregio, e sarà solamente atta a fare inarcare le ciglia alle genti di provincia. In ogni caso io gli sarò sempre tenuto per avermi data occasione di trattenermi qualche momento colla sua persona benché di lontano. Io apprenderò da lei a giudicar delle cose, e in cambio di un insulsa [sic] iscrizione, riceverò dei solidi ammaestramenti, e delle utili istruzioni.

La prego dei miei distintissimi ossequj al Sig. Cav. Akerblad, di cui non conosco che il nome, la fama, e la bontà che ha usata verso di me. Ella può credere che non dimenticherò mai i sentimenti giustissimi che per lei ho concepiti, e che non in parole, ma in realtà sarò sempre

Di lei Stimatissimo Signore

Devmo Obblmo Servo
Giacomo Leopardi

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