Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/145

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giacomo leopardi

prendessi qualche grosso abbaglio, perchè gli autori, che mi han data notizia di quei Codici, non sono molto esatti. Ella corregga i miei errori, e mi accordi perdono. La collazione dei Codici, qualora esistano, come ho detto, potrà esser fatta sopra il Tomo VII. delle opere del Meursio, stampate in Firenze, che contiene i Cesti di Africano; ovvero sopra l’edizione dei Matematici antichi di Thevenot fatta in Parigi nel 1693. in foglio. Benché l’opera sia appena leggibile, la collazione, non dovrebbe esserne molto difficile, poiché io non bramo sapere se non la pura lezione del Codice tuttoché viziosa anche più di quella dell’Edizione. Ad ogni modo, o la Collazione abbia ad esser facile o difficile, la prego ad informarmi esattamente di tutto quello, che è necessario per averla, senza danno, o incommodo di alcuno.

Sopra tutto la scongiuro a fare ogni cosa come, e quando le piacerà con tutto il suo commodo, e a lasciare anche da banda l’affare che le ho raccomandato, quando avesse a riuscirle troppo molesto. La sua salute è preziosa. Ella ne abbia tutta la cura possibile, e rifletta che una persona di gran corporatura è malata insiem con lei, vale a dire, la Repubblica letteraria. Ardisco lusingarmi, che ella non avrà a farsi violenza per persuadersi che io sono, e sarò sempre

Di lei pregiatissimo Sig.

Dev . q obblfto Servo
Giacomo Leopardi

6. Aprile 1816.

20 Aprile.

P.S. Giunge la sua ultima corrente, che il mio sig. zio mi comunica, non avendo ancora spedita la presente. La prego dunque istantemente a darmi le notizie che potrà intorno al programma di Freytag,3 di cui né il Mai fa parola, né io ho alcuna contezza. Avrò gran piacere di parlarne nel mio Frontone/ che a momenti dee partire per Milano. Se ella potesse proccurarmi costì l’Odissea di Soave, o quella del Baccelli/ mandandola per la prima occasione, ed avvisandomi tosto del prezzo aggiungerebbe un nuovo motivo alla mia gratitudine.


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