Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/147

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giacomo leopardi
16. A Filippo Solari.
[Rccanati 13 Giugno 1816]


Sig. Filippo Prone mio Pregiatissimo

Fio intesa la sua partenza prossima per Roma, e me ne condolgo con noi, rallegrandomene con lei. Mi spiace assai di non aver potuto vederla jeri, e cerco di supplire con questa lettera al piacere che non ho avuto della sua visita. Rimando con mille sincerissimi ringraziamenti il volume del Mai1 che mi ha dato maggior luogo di ammirare non so se più la dottrina o la fortuna di quell’Erudito, e le bellissime stampe di Milano che ornai non cedono in nulla alle Bodoniane. Ringraziando di un favore, prego di un altro, cosa solita per chi da se stesso non è buono a nulla, ed ha avuta occasione di conoscere la cortesia in persona. Ella si ricorderà forse che nel farle leggere la mia traduzione di qualche Epistola Greca di Frontone, le feci osservare in una nota un passo in cui prometteva la edizione di tutte le opere di Giulio Affricano, e singolarmente della militare che ha per titolo i Cesti, la quale molti dotti d’Italia e d’oltremonte aveano tentato in vano di tradurre dal greco, impresa nella quale io con un poco di fatica comunque era riuscito. Il Frontone è già partito e giunto a Milano. Io avea commessa in Roma la totale collazione di quell’opera di Affricano con alcuni Codici Vaticani; e fra le altre belle cose, non si è potuto trovare in tutta Roma il testo di quell’opera: ma d’altra parte mi si è fatto sapere che il Cav. Luigi Marini2 già Computista di Buon-governo, ed anche ora impiegato, se non fallo, Editore dell’architettura militare del Marchi,5 ha fatta fare la stessa collazione e vuol pubblicare l’opera; onde, mi si scrive da Roma, non occorre pensare ad altro. Con buona grazia però degli Eccmi Sigg. Romani, la mia fatica si trova tanto inoltrata che a mio parere non è molto facile che il Cav. Marini, il quale secondo alcune relazioni, non sa di greco, abbia fatto quanto io a forza di tempo ho potuto eseguire. Avrei voluto scrivere a quel Sig. Cav. proponendogli


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