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giacomo leopardi |
e gloriosi e per le eccelse speranze che Ella di se fa concepire di Opere anche maggiori, e per parte mia ringraziandola vivamente delle urbanissime maniere che verso di me usa, troppo anche lusinghiere, passo a dirmi con la più distinta e ben dovuta stima e venerazione di Lei dottissimo e gentilissimo Sig.r Conte Servo umile obblig.mo L’Ab. Angelo Mai.
Edizione Milanese di Frontone
p. 48. v. 10. Altro è il senso del passo en cum quo in tenebris mices. Si consultino i Lessici alla voce mico, as.
p. 50. v. 13. Hospitantur parmi doversi qui tradurre abitano.
p. 55. v. 7. Cito, oro, perscribe mihi. tradurrei: scrivi tosto di grazia.
p. 109. v. 9 .Ex litteris a me scriptis: dalle lettere a me scritte.
p. 121. v. 10. Gracchus locabat Asiam: Gracco affittava l’Asia. Vedasi la storia e la legge agraria Sempronia. E così si rettifichi anche ciò che segue di Cartagine.
p. 133. v. 9. Ita generatus est. tradurrei, egli è di questa indole.
p. 143. v. 6. Minus valentem. tradurrei, infermiccio.
p. 212. v. 4. Blandiri è lusingare.
p. 224. v. 15. Ipsi ipsi Platoni, tradurrei lo stesso Platone eziandio.
p. 250. v. 11. Herculis aerumna. direi fatica di Ercole.
p. 252. v. 5. Modulate collocata, direi con affettata armonia o disposizione.
v. 8. Clipeo Achillis. direi collo scudo di Achille.
p. 253. v. 7. Dubito alquanto della retta traduzione del passo An maiorem tragoediam ecc.
p. 200. v. 5. Vesperi loto mihi è la sera dopo il bagno. Onde è da togliersi anche la nota del Traduttore. Loto è lauto, lavato.
p. 314 e 315. Que’ due Frammenti di lettere devono collocarsi tra le lettere a M. Aurelio p. es. in fine del 2° libro.
p. 338. v. 13. Nomen haudumquam contemnendum. direi nome non mai spregevole.
p. 347. v. 3. Non mi pare ben tradotto alto mari cernuantis.
p. 386. v. 3. [testo greco] Οἱ κακω̃ς πράττοντες senza dubbio sono i miseri, come dirà ogni buon lessico. Onde può risparmiarsi anche la nota.
p. 315. È certissimo che gli Estratti di Sallustio appartengono a qualche lavoro di M. Aurelio o di Frontone, poiché sono chiusi tra parole o sentimenti degli accennati personaggi, nella stessa pagina o foglio.
p. 390. v. 14. Non è tradotto l’ἄλλως?.
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