ho avuta perchè il discorso non uscisse nemmeno un punto dai
termini di un affare puramente letterario. Se Ella mi onorerà
di un suo riscontro, comprenderò se questa prima parte le sia
stata gradita, e se ne desideri la continuazione.
Mio padre che la saluta con ogni distinzione, scrisse il 27
Febbraio p.p. alla sua Ditta, ma la lettera non ebbe effetto. La
prego a comandarmi, e considerarmi invariabilmente con piena
e perfetta stima e riconoscenza
suo Devmo Obblmo Servitore Giacomo Leopardi |
I Io ricevuto giorni addietro il Senofonte e scritto al Mai p[er]
ringraziarlo delle sue belle operette. Quanto al Senofonte sap-
piate che m’ha dato propriamente nel genio, tanto che ho sola-
mente un’altro [sic] greco stampato in maniera che mi piaccia
altrettanto, cioè stampato appresso a poco come il Senofonte,
dove non si potrebbe desiderare altro che qualche nota, che però
difficilmente poteva stare con quella forma ch’io voleva. Dico
che mi piace p[er] la comodità, perchè della carta e stampa non
fo caso, e m’è parso sempre meglio con un zecchino comprare
due o tre libretti stampati male, che uno stampato bene.
Fate quello che vi piace della Lettera Dionisiana pfer] la quale,
come p[er] gli altri miei scarabocchi, se ogni cosa sarebbe troppo,
molto più saranno soprabbondanti le cure vostre e quello che
dite di volerne fare.
Vorrei sapere chi sia l’autore dell’articolo sul Frontone che
sta nella Biblioteca Italiana.1 Io p[er] parecchi spropositi for-
mali di greco che non li farebbe un ragazzo, e p[er] altre scioc-
chezze che dice l’avea giudicato già ab antico uno de’ soliti asini.
Vedo poi che il Mai lo chiama italum praestantissimum, e ne fo
segni di croce. Voi mi chiarirete.