quanto al rivederle farò poco o niente perchè spero che le rive-
dremo insieme, o che le rivedrete voi, e questo sarà per cento
revisioni mie. Dovete certo avere ricevuta una mia dei 3, poco
dopo scritta la vostra degli 8. Mi vo confortando e rallegrando
colla non più speranza ma aspettazione della vostra visita, che
sarà come l’aurora alle tenebre. Addio. Vi abbraccio con tutta
l’anima e vi aspetto, ma prima di voi, giacché c’è ancora qual-
che mese prima ch’io vi veda, aspetto, e desidero, purché abbiate
agio di scrivermi, qualche vostra lettera. Addio.
Mio Carissimo Nepote
Li tre quaderni dello Spettati contenenti il i.° Canto dell’Odis-
sea e la Batracomiomachia furono da me recati alla Duch:' di Devon-
shire, e nel tempo stesso il 2.0 Canto dell’Eneide, che le offrivate in
dono, come un piccol saggio delle vostre giovanili fatighe. Promise
di leggere con molta attenzione i vostri lavori, e sentì con molto pia-
cere che voi, facendo gran conto del suo parere, vi eravate deciso a
darci un’Odissea Italiana. Il Cav. Aclcerblad ivi presente, e che vi
riguarda come una sua antica conoscenza, mi domandò cosa avevate
fatto della vita di Porfirio, e si rallegrò di sentirvi tanto inoltrato nei
vostri studi, e risoluto di accingervi ad un’impresa, che certam.e vi
procurerà un seggio distinto nel tempio della fama.
Avrò molto piacere di conoscere il coltissimo Giordani, e l’edizione
delle vostre migliori cose da lui promossa, è un’idea felice, di cui pruovo
sincera compiacenza. Già s’intende che non potete a meno di donare
un esemplare di quel volume alla Devonshire, altro ad Ackerblad, altro
a Cancellieri, ed altro a me. Chi stampa, come fate voi, per vaghezza
eli gloria si trova impegnato a queste attenzioni.
Pregai il vostro Sig. Padre di far commettere presso Stella col vostro
mezzo, e quando per altri motivi avevate da scrivergli, l’Eneide di
Annibai Caro. Vi rammento questa commissione per indicarvi che io
lo voglio in quel grazioso formato di 16° in 2. Voi.: come appunto