Ma egli non aveva ancora ricevuto il mio libretto. Mi affanna
il pensare che vedutolo, egli possa aver trovata eccessiva la mia
confidenza. Gli domandai già perdono scrivendogli, e torno a
scrivergli. Ma perchè facilmente la mia lettera andrà smarrita,
fatemi il favore d’informarlo di questi miei sentimenti, e doman-
dategli perdono in mio nome.
La scelleraggine delle donne mi spaventa, non già per me,
ma perchè vedo la miseria del mondo. S’io divenissi ricco o
potente, ch’è impossibile, perchè ho troppo pochi vizi, le donne
senza fallo cercherebbero di allacciarmi. Ma in questa mia con-
dizione, disprezzato e schernito da tutti, non ho nessun merito
per attirarmi le loro lusinghe. Oltre che ho l’animo così agghiac-
ciato e appassito dalla continua infelicità, ed anche dalla misera
cognizione del vero, che prima di avere amato, ho perduto la
facoltà di amare, e un Angelo di bellezza e di grazia non baste-
rebbe ad accendermi: tanto che così giovane, potrei servir da
Eunuco in qualunque serraglio.
Addio, vogliatemi bene, e datemi nuove della salute. Vi amo e
vi abbraccio. Ditemi a chi debbo spedire il prezzo del Foscolo.2
328. |
A Leonardo Trissino. |
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Pregiatiss. Sig. Conte
Intendo dall’Avv. Brighenti che V. S. non ha ricevuta la mia
risposta alla sua gentilissima dei 28 di Luglio. Neanche m’ac-
certo che le sia stata renduta la mia de’ 31 dello stesso, nella
quale domandava perdono a V. S. tanto della presunzione avuta
di stampare il suo nome in fronte a così piccola cosa, quanto
della familiarità usata nella lettera Dedicatoria. Riconosco dalla
benignità di V. S. che m’abbia voluto scrivere in modo come
se la mia confidenza fosse piuttosto degna di ringraziamento,
che bisognosa di perdono. Ma ora ch’Ella ha veduto il mio libric-
ciuolo, temo forte che non mi condanni di troppo ardire, e d’es-