del tutto chi sia. Mi ha dispiaciuto nell’anima sentire che il vro S.1
Padre non si muoverebbe per questo: eppure Egli potrebbe tutto. Io
ho prova che i pari suoi quando parlano davvero ottengono ciò che
vogliono. - Vi ho già detto che il Co. Trissino per la proibizione
della vra Canzone, non l’ha ancora ricevuta. Il vro scrupolo è dunque-
vano, e già mi pareva impossibile, perchè i nobili veneti sono corren-
tissimi, e io mi trovo in corrispondenza con alcuni che si lamentano
sempre perchè non iscrivo loro in Voi. Io scrivo al Trissino con il pros-
simo Corriere, e non mancherò di fare le vostre parti. - Mi riserbo
a parlarvi delle donne a migliore momento. Sono pieno di fastidj per
un certo lavoro commessomi in oggetto di Avvocatura, che è l’argo-
mento per me il più noioso, e stucchevole, e che io riguardo ancora
come detestabile, giacché l’arte avvocatesca è una delle piaghe dei
moderni egitti, e se mai non ne foste persuaso, per questa volta crede-
telo al vecchiaccio del vro amico. - Ricordatevi però che non voglio
sentirvi con l’animo agghiacciato. Io de’ vostri anni non ero tale. Ora
poi le disgrazie, e le bastonate del Mondo mi hanno ridotto con le
orecchie basse, melanconico, e lento come sono gli asini de’ Villani,
che erano sì lieti e vispi quando furono somarelli... Che bel paragone!
Oh sì! A me và benissimo.
Addio egregio Signore. Io vi abbraccio con il più tenero affetto,
e vi riverisco con tutto l’ossequio che meritano le vre virtù.
il vro Serv. e A.0
P. Brighenti
Recanati 18 Settembre 1820. |
Mio caro amico. Mi consolo e congratulo della salute ricu
perata, e ve la raccomando per l’avvenire. Di quello che mi dite,
e che avete fatto intorno alla mia Canzone, vi ringrazio cor-
dialmente. Il pacco che mi avete mandato non è ancora giunto.
Se sapessi a chi l’abbia indirizzato il Pozzi in Ancona, potrei
farne ricerca. Voi non mi dite a chi debbo spedire il prezzo del
Foscolo. Fate ch’io sappia l’intero di quello ch’io vi debbo pre-
sentemente, acciocché ve lo possa spedire insieme col nuovo