a non mantenermi fuori di qui a sue spese; di maniera che, non
trovando impiego, io non metterò piede fuori di Recanati, fino
all’età di sessant’anni, secondo il corso naturale. Ora Ella vede,
che di prima uscita, e specialmente nella oscurità, e debolezza
di mezzi, in cui mi trovo, è impossibile conseguire un impiego,
se non di pochissimo conto. E questo pure mi sarà difficilis-
simo l’ottenerlo: ma in ogni caso, bisogna ch’io mi contenti del
poco, ovvero mi determini a passar tutta la mia vita in questo
luogo, vale a dire in una perfetta inutilità. Ma di questo non
accade far lungo discorso, e già da gran tempo io fo conto di
non esser nato, giacché la mia fortuna ha voluto che, quanto
a questo mondo, mi fosse molto più espediente il non vivere,
che il vivere.
Mi addolora estremamente la notizia de’ suoi presenti incom-
modi di salute. Mi consola la speranza, che col ritorno della
buona stagione, Ella debba sentirsene alleggerito. E prego di
cuore il cielo a compiere in questo il mio desiderio. Attenderò
con impazienza i lavori, certamente, e secondo il consueto, dot-
tissimi, ch’Ella mi dona. E di ciò la ringrazio senza fine, come
ancora delle premure che si è compiaciuta di fare usare in favor
mio con Mons. Mai. Queste grazie confermano la riconoscenza
vera e cordiale ch’io le professo da gran tempo, e seguirò a pro-
fessarle perpetuamente; desiderando che’Ella mi adopri come suo
D.mo Obbl.mo Servitore ed Amico Giacomo Leopardi |
399. |
Di Pietro Brighenti. |
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Mio buon Amico. Scusate se tardi rispondo alla cara vra del 26.
marzo: ma io sono stato pienissimo d’imbarazzi non solo per la ediz.e
del Giordani, quanto per altre cose, e queste molto nojose, e spiace-
voli al solito di chi si trova nelle mie circostanze. Vi accludo la Let-
tera che Giordani mi dà per inviarvi,1 a seconda de’ vfi desiderj. Egli