sud.0 Cavaliere potranno muovere una volta vfo Padre a contentare
sì voi, che tutti quegli, che hanno a caro il vostro interesse. Non man
cale ancor voi dal canto vfo di cooperarvi, e se credete, che io possa
in qualche modo giovarvi, disponete pure illimitatamente di me.
Salutatemi tanto Carlo, e ditegli, che volontieri gli scriverei qualche
volta, ma che le mie occupazioni non me lo permettono. Offritegli
però in cambio da mia parte i miei servigii, quali vorrei adoperare in
favore di entrambi onde vedervi una volta contenti. Non mi siate avaro
dei vostri caratteri, e della vostra confidenza. Amatemi, e credetemi
Vfo Affmo Cugino.
G. Melchiorri
P. S. - Se fra’ le vostre Monete antiche, o Greche, o Romane ne
aveste a caso qualcuna Inedita sarei curiosissimo saperlo, mentre sono
in impegno di fare una piccola dissertazione compagna a quella di
Visconti, che vi mando. Però mi farete piacere avvertendomelo. Addio.
448. |
A Giuseppe Melchiorri. |
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[Recanati] 24 Giugno 1822. |
Caro Cugino. Risposi alla vostra penultima. Ora all’ultima
dei 9. Vi prego a ringraziare infinitamente da mia parte il Sig.
Cav. Visconti del gentilissimo dono che mi manda. E ditegli
che ricevo come dono anche più prezioso l’amicizia sua, della
quale, per l’espressioni della vostra lettera, mi par ch’io mi possa
vantare. Mi duole assai che nell’Archeologia e nella Numisma-
tica io sia poco meno che idiota, e perciò non possa proferire
un giudizio ragionato sopra le sue Dissertazioni. Ma dico sin-
ceramente che i suoi pareri, e le prove che n’adduce, per quel
tanto ch’io n’intendo, mi persuadono, e mi piacciono molto,
e massimamente quel che dice della medaglia di Lucio Vero mi
par che sia molto utile e molto ben dimostrato.
Sappiate che mio padre non m’ha neppur fatto vedere il suo
libro, e però non ardisco nè mi curo di domandarglielo. E que-
sto mi serva di scusa, se non ve lo mando, perch’io non l’ho.