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A Giuseppe Melchiorri. |
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Caro Peppino,
Sono nel mio bel Recanati, arrivato ier sera. Se fossi stato
padrone del mio tempo durante il viaggio, ti avrei scritto prima
d’ora. Oggi avanti di dar sesto alle mie cose, penso a te, come
sempre ho fatto, e li scrivo per darti notizie di me e doman-
darti delle tue nuove. Come stai del tuo piccolo incomodo? Come
mi vuoi bene? Son certo che me ne vuoi e me ne vorrai, come
fo e farò io, e d’ora innanzi non avremo bisogno di proteste
scambievoli a questo riguardo. I miei saluti alla Tuta,1 a
Visconti, a De Romanis, a Cancellieri, a mons. Mai quando lo
vedi, e a tutti quelli che si ricorderanno di me, che non dovranno
esser troppi. I miei complimenti particolari al cav. Marini insieme
con ringraziamenti infiniti per le mille gentilezze ed amorevo-
lezze usatemi da lui. Raccomandatemegli, vi prego, singolar-
mente, ed assicuratelo della grata ed affettuosa memoria che
serberò sempre di questa dotta, celebre e amabilissima persona.
Presentate ancora i miei ossequii alle Signore di sua casa. E per
parte di mio padre, il quale resta confuso dell’impegno così gene-
rosamente preso dal Cavaliere per lui, ringraziatelo vivamente,
riveritelo, e offritegli sinceramente i suoi servigi, per quanto
esso vale. Vi raccomando il noto affare, intorno al quale mio
padre e Paolina hanno somma fiducia c speranza in voi. L’uno
e l’altra vi salutano cordialmente, e lo stesso fa Carlo, il quale
vi ringrazia de’ sentimenti chc conservate per lui. Amatemi, caro
Peppino, e scrivetemi, ed io farò altrettanto. Addio. Giacomo Leopardi |