Carissimo Nepote.
Voi cercate con sottigliezza metafisica di trovare motivi per costi-
tuirvi mio debitore di cortesie ricevute, e la stessa enumerazione da
voi fattane, non solo vi assolve da ogni riconoscenza, ma impegna me
stesso a professarmi grato per il troppo conto che fate delle mie pic-
cole e non proficue attenzioni.1 Credo pur troppo, che, se a nuovo
Pontificato, il timone del Governo sfuggisse dalle mani dell’Emo Con-
salvi, le di lui decise disposizioni a collocarvi potrebbero restare senza
effetto. Questo pensiere tanto più mi affligge quanto più singolare ed
efficace era stata la mediazione da voi interposta, e dovrà pur troppo,
e assai presto convincervi, che nel miserabile vortice degli affari mon-
dani spesso i piani meglio concertati si risolvono nel nulla. Non dob-
biamo per altro così subito rinunziare alle nostre speranze, mentre può
darsi o che il nuovo Pontefice conservi in posto così valente ministro,
o che questo possa indirettam.c giovarvi, o che altro mezzo si trovi
per giungere all’intenlo. Il Ministro d’Olanda/ ora in Brusselles per
ultimare il concordato assieme col Nunzio di Lucerna, ha molta sti-
ma per voi, e si dolse meco di aver saputo, poco prima della di lui
partenza, gli officj di Niebuhr, e le promesse del Seg.° di Stato,
dichiarandomi che ancor’Egli avrebbe insistito volontieri per lo stes-
so oggetto. Egli non tornerà, è vero, che alla futura Primavera, ma
intanto potrà vedersi qual piega prendono gli affari, da chi vengo-
no essi regolati, e ci concerteremo allora sui termini, coi quali dovrete
scrivergli.
Viddi la sera del martedì il Seg.° della Legaz.nc Prussiana' (cioè
l’attuale Incaricato d’affari) ed interpellatolo, per parte vostra, sull’at-
tual dimora del Bar. Niebuhr, ebbi commissione di salutarvi distinta-
mente in suo nome, e di assicurarvi, ch’Egli da un’ordinario [sic] all’al-
tro l’avrebbe saputo, ed a voi stesso, cui dovea una risposta, l’avrebbe
scritto.
Il mio ritardo nel recarmi costì è nato unicam.c dalla malattia mor-
tale del mio Filippo (con cui debbo venire per indi condurlo in Urbino).
Egli non guarì perfettam.6, che quando gli ardori della stagione mi
ponevano nell’alternativa o di bruciarmi al sole durante le ore diurne,