come credo, avete riveduto il nostro Giordani, non vi sia grave
di scrivermi di lui tutto quello che ne sapete. Siccome io penso
che le mie due ultime, giunte costì in vostra assenza, non vi
sieno venute in mano, però replico qui una cosa che io vi diceva
in quelle, ed è che quando sarà fatta la stampa del noto ms.,
prima di venire alla legatura, mi facciate il favore di mandar-
mene una copia sciolta, p[er] la posta, affinchè io possa rive-
derla e farvi un qualche errata, se occorresse; cosa che si sbri-
gherà in un corso di posta; e che questa copia abbiate la
compiacenza di mandarla, non al mio indirizzo, ma al Sig.
Alberto Popoli = Recanati. Vogliatemi bene, e ricordatevi del
vostro buon amico, il quale vi desidera e prega ogni consola-
zione, e sarebbe molto confortato di ricevere le vostre nuove.
Addio addio.
Il vostro Leopardi
Mio caro e diletto amico. Solamente in questo ordinario ho
riscosso dalla posta la vostra carissima dei 2 corrente insieme
coi fogli della nota stampa, perchè il nome a cui sono diretti
essendo finto, e la vostra lettera essendo pur collo stesso indi-
rizzo, io non aveva prima d’ora pensato di farne ricerca. Per
l’innanzi, se vi piace, potete dirigere al mio vero nome le let-
tere, le quali non sono per me di nessun pericolo, bastandomi
che vi compiacciate d’indirizzare al nome falso i soli foglietti,
ch’essendo sotto fascia, potrebbero altrimenti esser letti da chi
non debbe. Mi ha grandemente consolato la vostra lettera, per-
ch’essendo privo da tanto tempo dei vostri caratteri, stava con
grande inquietudine. Dalla mia dei 4 Agosto (se non erro)1
avrete rilevato che non vedendo risposta a due mie, e però dubi-
tando assai della vostra salute a causa di un’espressione della
vostra 19 Maggio, scrissi costì per informarmene. Seppi il vostro