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A Paolina Leopardi. |
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Paolina mia
Ho ricevuto la tua de’ 27 Giugno, ed eccomi a darti pienis-
sima informazione de’ fatti miei. Vidi Stella a Bologna, si fermò
cinque giorni, stette nella mia stessa Locanda, in una camera
contigua alla mia; pranzavamo insieme, e facevamo vita in
comune; lo accompagnai, lo introdussi dove volle. Da Maggio
in qua, mi fa continuare il solito appuntamento; ma degli arre-
trati brisa. Bensì mi disse che da ora innanzi mi avrebbe fatto
pagare al mese più dell’ordinario; ma non disse quanto. Qui mi
fanno propriamente la corte perch’io accetti altri partiti; ma
volendo e potendo faticar poco, nessun partito mi può conve-
nire come quello di Stella; il quale per conseguenza bisogna ch’io
tenga fermo più che posso. Del resto, le dimostrazioni di ami-
cizia e di stima straordinaria che mi fece Stella, e i discorsi che
tenne di me con altri, non potevano essere più lusinghieri.
Qui sono alloggiato alla Locanda della Fontana. Si paga assai,
e si mangia poco: ma la biancheria si cambia quasi ogni giorno.
Dozzine in case particolari si trovano difficilmente, e si pagano
un terzo più che a Bologna. Io ricevo molte gentilezze dai let-
terati fiorentini, o stabiliti in Firenze. Tutti i principali sono
venuti a trovarmi. Sono stato a vedere il Cav. Reinhold, ora
Ministro di Olanda in Toscana. Egli e la moglie salutano tanto
Babbo e Mamma. La figlia, che si è fatta una bella giovane,
mi domandò di te e delle Mazzagatti. Si crede che Reinhold sarà
presto nominato ministro degli affari esteri a Brusselles.
Quanto alla salute, io, grazie a Dio, sto bene; eccetto alcuni
incomodi senza conseguenza. Il mio mal bolognese non si è più
affacciato, neppure in viaggio. Gl’incomodi che ho, sono degli
occhi e dei denti; e i denti bisogna farmeli cavare senza rime-
dio. La malinconia che mi dà questa sciocchezza da un mese
in qua, non è credibile.