ii 19. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano 6 Agosto 1827.
Signore ed Amico amatiss.mo
Credo che a quest’ora Ella avrà ricevuta la mia lettera del i.° corr.e
e conosciuto il motivo del mio ritardo, che giustamente mi nota nella
cara sua del dì 2.
Spiacemi che il Molini non abbia pagate le L. 130.70 italiane ch’egli
dovea pagarle per mio conto. Voglio credere che lo farà per la piccola
inclusa d’eccitamento. In ogni caso gliene includo un’altra per il Piatti,
che le conterà subito venti scudi. Questi Ella li potrà levare anche nel
caso che il Molini le contasse subito le dette L. 130.70 perchè così
sarà pareggiato il mensile di luglio e d’agosto e il poco avanzo si por-
terà in settembre. Per l’avvenire non dubiti sulla regolarità dei conta-
menti, i quali verranno fatti in tempo: chè troppo mi rincrescerebbe
ch’Ella si dovesse trovare in angustie. Perchè non debba mai nascer
questo, in caso di bisogno, si faccia conoscere presso qualunque ban-
chiere di costì che abbia affari in Milano, prenda da lui il denaro men-
sile e faccia tratta dell’eguale somma, o di più se vi fosse perdita nel
cambio, a carico della mia Casa Ant. Fort. Stella e Figli.
Sento con piacere che il Sig. Borghi siasi limitato a dare soltanto
un compendio del Petrarca da me pubblicato.
Come scrivo al Piatti, nell’entrante mese andrò al Gaggiano; ma
ciò non impedirà il mio carteggio con Lei, che come al solito potrà
dirigere le sue lettere qui a Milano.
I soliti ricambi di cordiali saluti per parte dei miei; ed io l’abbrac-
cio teneramente.
Il suo vecchio cord.mo am.c0 e servo
Ant.° Fort.0 Stella
Cariuccio mio. Non puoi credere quanto mi abbia commosso
la premura che tu ti sei presa di scrivermi con tanta tenerezza