1151. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed Amico amatissimo. Poco dopo la data della mia
ultima, il signor Piatti mandò a contarmi i 20 scudi, e dire che
per Pinnanzi se n’era dimenticato. Io lo feci ringraziare, e riman-
dai il danaro, dicendo che Ella mi aveva fatto soddisfare per
altra parte. La mia abitazione qui è l’albergo della Fontana. A
questo proposito, ho da farle una dimanda, ed è, se le sarebbe
incomodo, o discaro in qualunque modo, che io andassi a pas-
sare il tempo del maggior freddo a Roma. Non le dico questo
perchè, in caso di suo consenso, io sia deciso di fare questo viag-
gio: anzi sono ancora irresolutissimo circa i miei quartieri d’in-
verno. Solamente veggo la necessità di cercare un clima più caldo
che quel di Firenze, massimamente per potere studiare durante
il freddo (non potendo io usar fuoco): e perchè la stagione comin-
cia a stringere, gradirei di saper fin da ora il parer suo circa quel
che le ho detto, per potermi subito determinare quando io mi
risolvessi a quel viaggio. La ringrazio con tutto il cuore delle
commissioni date al signor Moratti, e dei doni di libri che Ella
mi annunzia. L’Adelaide Maestri, figlia del professor Tomma-
sini, la quale Ella conobbe in Bologna, la riverisce caramente:
essa è ora qui, aspettando il padre, che torna da Roma. Io rive-
risco di cuore la sua amabile famiglia, e a lei mi ripeto con tutta
l’anima suo cordialissimo amico e servitore Giacomo Leopardi.
1152. |
Di Antonio Fortunato Stella. |
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Gaggiano di Varese 18 ott.e 1827 |
Signore ed Amico amatiss.
Rispondo subito alla cara sua del dì 13, giacché Ella per effetto
di somma delicatezza vuol ricercare il mio parere innanzi di determi-