e prega per voi. Giacomo mio salviamoci. Tutto il resto è vanità. Io
vi prego col cuore di un Padre di leggere il Capo II. di Tom. a Kempis
Libro I. Leggetelo per amor mio. Addio Giacomo mio. Lascio, perchè
il mio cuore si spezza. Forse non dovevo ferire il vro, ma non ricuse-
rete di unire le vre lagrime, a quel mare di dolore e di pianto in cui
siamo stati, e siamo immersi. Non vi dirò niente di vra Madre. Nulla-
dimeno grazie a Dio, stà piuttosto bene. Carlo e Paolina sono stati
due eroi in tutti i sensi. Iddio li compenserà. Pietruccio mi guardava
e piangeva. Addio Figlio. Io vi benedico, e vi benedica Iddio.
vro Amorosissimo Padre.
Buccio mio, addio.
1257. |
A Monaldo Leopardi. |
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Mio carissimo signor Padre
Non le parlerò del mio dolore, il quale è tanto, che io non
giungo ad abbracciarlo tutto intero. Sento troppo bene quanto
Ella abbia bisogno di consolazioni piuttosto che d’altro; e il pen-
siero dello stato suo, e di quello della Mamma e dei fratelli, è
uno dei principali fra quelli che mi fanno pianger tanto.
Fino dal momento che ricevetti la cara sua dei 2, la lonta-
nanza in cui mi trovo da loro cominciò a diventarmi acerbis-
sima. Ora poi essa mi riesce quasi insopportabile; e se tutto il
viaggio di qui a Recanati si potesse far di notte, come si fa con
sicurezza di qui a Firenze, io l’accerto senza alcuna esagerazione,
che a quest’ora o sarei già in cammino alla volta loro, o sul punto
di partire. Ma perchè conosco che avendo a viaggiar di giorno,
in questa stagione già per me inoltrata, non potrei reggere al
caldo, dal quale ancor qui bisogna che mi abbia una cura straor-
dinaria, sono costretto con mia gran pena ad aspettare fino alla
stagione più fresca; nel qual tempo, se Dio mi darà vita, e tanta
salute da poter solamente salire in un legno, non vi sarà cosa