Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/310

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la tua salute non sia perfetta: mi spiace che non ti contenti il soggiorno di Firenze; perchè prevedo, che non ritenuto da nessun diletto, ti allon- tanerai da me. Almeno non sia così presto, ch’io non possa rivederti ed abbracciarti. Vedo che dovrò fermarmi qui più di quello che avrei creduto; dovrò ritornare a Guastalla; fermarmi in Parma, fermarmi in Bologna: ma con tutto ciò spero essere in Firenze circa a mezzo ottobre. Dunque non mi scappare, caro Giacomino: aspetta che io possa consolarmi di rivederti, e parlare con te. Sono stato contento assai di Bologna e di Parma, secondo il solito: ma più del solito di Piacenza. La piccola congregazione,1 che io amo tanto, è prosperevole, e mi ha data molta consolazione: confesso che mi rincrescerà doverla lasciare. Abbraccia affettuosamente il nostro caro Vieusseux (te lo raccomando) e pregalo di mandare tutto il giornale Agrario (sin dal suo principio) al Presidente della Società di lettura in Piacenza-, indicando il prezzo, e a chi pagarlo, e dove. Pregalo ancora di far avere i miei saluti al caro Lapo,2 al bravo Lambruschini, e al Signor Michele.5 lo prego te di salutarmi con affetto Montani e Forti: affettuosamente li ringrazio dei begli articoli del giugno, che mi hanno dato gran piacere. Bravo Forti, con quelle sue oneste malizie. Anche Salvi con quell’asino arrogante di Landoni ha fatto bene. Moltissimo parlai di te con Brighenti, e molto col raro e prezioso Dodici, che ti manda cordiali saluti. Oh egli è ben degno di stimarti ed amarti. Io ripeto i più cordiali saluti a Vieusseux, Montani, Forti: ricordatevi, care anime, qualche volta del povero Gior- dani quando vi trovate insieme a prendere il buon caffè, e mescere bei discorsi; dei quali ho tanta voglia di godere ancora. Di’ a Montani che il Confalonieri commissario di Polizia in Cremona (bollo per caso veduto qui) mi ha raccomandato di salutarlo da sua parte. Giacomino caro; sai come io ti venero e ti amo; non ti pentire nè ti stancare di voler bene a chi ti ama tanto. Addio addio.

1343. Di Giovanni Rosini.
[Pisa 20 Agosto 1828]

A. C. Dite benissimo - il più chiama il che, o il di - era stata una svista. Che vi pare della Compagnia della Morte'} Il Marco di stasera