vedere il quando potrò occuparmene, non mi par conveniente
di ritenerla più a lungo. Sono certo che la leggerete con pia-
cere. Forti particolarmente vi troverà molto interesse, per le
eccellenti ed originali vedute sopra la costituzione di Roma, che
formano una gran parte del libro.
Datemi le vostre nuove. Salutatemi assai assai Montani, e
il bravo Forti, col quale mi congratulo che abbia deposto l’ano-
nimo. Il suo nome, che comparisce oggi con onore, splenderà
un giorno con gloria. Ricordatemi anche al Cioni, se gli scri-
vete a Pisa, dove credo ch’egli si trovi ora. A Micali e a Vale-
riani' fate pure i miei saluti. Vogliatemi bene, e credetemi fin-
ché vivo
Vostro tenero amico
Leopardi.
P. S. Dite a Giordani, vi prego, che gli scrivo oggi.'1
1433. |
Di Gian Pietro Vieusseux. |
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Mio carissimo Leopardi - Voi non scrivete più a’ vostri amici in
Toscana e tutti ne siamo dolenti. Vogliamo sperare che il solo freddo
ha indolenzito le vostre dita, e che d’altronde è sopportabile il vostro
stato di salute; ma pure, non ci vuol tanto a scrivere due righe per
dar segno di vita, e voi ci negate questa soddisfazione... dunque siamo
inquieti, e vi prego caldamente a non indugiare di più. Qui il freddo,
come da per tutto quest’anno, è stato rigidissimo; l’Arno ha portato
diacciuoli: fortuna che non è nevicato, e che il freddo non vieta il pas-
seggiare. Io, per altro, ho dovuto starmene in casa rinchiuso per più
giorni: il mio povero capo è stato terribilmente martellato da feri dolori
di denti: ora sto meglio; ma mi guardo ancora. A quest’ora avrete avuta
l’Ant.a 95-96 quell’ultimo fascicolo dell’anno, che poteva essere
pubblicato nei primi giorni di Gennajo, è stato trattenuto un mese
intero da Madonna Censura; ma nell’intervallo ho forzato di vele pel