1498. |
Ad Antonietta Tommasini. |
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Vi ringrazio col cuore e quasi con lagrime, miei carissimi
amici, Antonietta, Adelaide, Ferdinando, ottimi e desideratis-
simi, della vostra amorosa dei 9. Vi prometto che, in caso di
necessità, mi approfitterò delle vostre offerte: quanto al viag-
gio non ci sono difficoltà. Lo stomaco, per un moderato uso
che fo di purganti, mi travaglia un poco meno. Gli occhi al solito:
perciò sono così breve. Salutate l’adorabile Tommasini. Addio
carissimi. Vi amo quanto più posso amare, e vi sono grato quanto
mai so essere.
Il vostro Leopardi
1499. |
A Gian Pietro Vieusseux. |
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Recanati, li 25 settembre 1829. |
Pregiatissimo Signore, Poiché la salute di mio fratello Gia-
como non gli permette più nè di scrivere, nè di dettare, mi ha
incaricato di riscontrare le sue pregiatissime dell’ 1 e 14 corrente,
il che io faccio con gran piacere. E quanto a quella del i°, egli
ha sentito molto dolore per quanto ella gli dice del suo male
di nervi; e si duole ancora che nella sua lettera posteriore ella
non abbia detto di esserne liberato, che è quanto egli ardente-
mente desiderava. Le ricerche per ricuperare la sua lettera smar-
rita sono state tutte inutili, ed egli compiange questa perdita
infruttuosamente.1
Giacomo conviene nell’opinione di Giordani ch’ella abbia
fatto molto bene di inserire nell 'Antologia l’articolo del Manuzzi,
il quale a lui sembra scritto con molta chiarezza, ed anch’egli
spera che questo varrà a procurare sempre più nuovi amatori
alla sua Antologia, la quale ha bisogno (dic’egli) di articoli di
Letteratura. Che il Manuzzi poi differisca nei principii da quelli