Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/476

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1517. Di Zefirino Re.
[di Filottrano 3. Febr. 1830]

Pregiatiss.0 S.r Conte La prego a gradire una copia di quel mio Lavoro sull’antica vita di Cola di Rienzo,1 di cui Le parlai quando ebbi l’onore di riverirla in persona. Le cattive stagioni hanno posto impedimento al mio vivo desiderio di rivederla, e di far ossequio al di lei S.r Padre, ma le nevi non saranno eterne e tanto più gradito, quanto più desiderato sarà per me il piacere di visitarla di nuovo, e far tesoro di sue alte dottrine. Sono frattanto con ogni riverenza. Di Lei preg.° S.r Conte Umiliss.0 Dvmo Servitore ed Amico Zefirino Re di Filottrano 3. Febr. 1830

1518. Di Gian Pietro Vieusseux.
Firenze 13 febb. 1830.

Carissimo mio Leopardi Ebbi la vostra del dì 8 Gennajo. Altre vostre nuove abbiamo rice- vute nell’ultima lettera della degnissima vostra sorella al Giordani. Non so s’egli vi abbia ancora risposto; ma credo al certo che il Gen. Col- lctta vi avrà scritto. Mio buon amico, nulla di molto consolante abbiamo da dirvi intorno all’affare del premio - il Botta l’ha otte- nuto, e voi avete l’accessit) ma l’accessit non è che un complimento sterile, - che ad ogni modo non vi poteva essere negato -; e la giu- stizia voleva almeno che si dividesse il premio, dandone la metà allo storico piemontese per l’importanza dell’argomento e la mole dell’o- pera, ed a voi l’altra metà per i pregi della lingua e dello stile, princi- pal cosa che dovrebbe contemplare l’accademia, istituto della quale è la lingua e non le scienze storiche. La vostra causa è stata difesa dal (lapponi e dal Niccolini, ed anche lo Zannoni s’è mostrato giusto a vostro riguardo; ma cosa sperare da tutti quei canonici che formano il resto di quel consesso?1