Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/494

Da Wikisource.
1534. A Paolina Leopardi.
Firenze 18 Maggio 1830.

Cara Pilla. Il ritratto è bruttissimo:1 nondimeno fatelo girare costì, acciocché i Recanatesi vedano cogli occhi del corpo (che sono i soli che hanno) che il gobbo de Leopardi è contato per qualche cosa nel mondo, dove Recanati non è conosciuto pur di nome. L’accluso vi potrà servire per la ricupera del pacco, avendo occasioni per Ancona. La Tommasini non ha ricevuto ancora la mia lettera, dopo tante cure usate pel reca- pito. Pochi mesi fa, corse voce in Italia ch’io fossi morto, e questa nuova destò qui un dolore tanto generale, tanto sincero, che tutti me ne parlano ancora con tenerezza, e mi dipingono quei giorni come pieni d’agitazione e di lutto. Giudicate quanto io debba apprezzare l’amicizia di tali persone. Io sto della testa al solito affatto, del resto benino. Saluti già s’intendono, anche a D. Vincenzo. Scriverò presto a Mamma. Dì a Carlo che mi scriva.

1535. Di Teresa Carniani Malvezzi.
[Bologna 26 Maggio 1830]

Veneratissimo Sig.rc Conte Iersera mio Marito seppe dal M.sc Zappi che Ella era stato alcuni giorni in Bologna, ed era già partito per Firenze. E come Sig.rc Conte ha Ella potuto essere in Bologna e non farci pur degni di una sola sua visita? Vorrei aver modi sufficienti ad esprimerle il dolore che ne ha messo nell’animo questo vederne così posti in tanta dimenticanza dalla gentile persona sua. Ma se altro non posso non mi terrò almeno dal dirle che qualunque esser possa la mente sua verso della famiglia nostra, noi non cesseremo giammai di onorare, se non altro nel segreto del