Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/593

Da Wikisource.

P. S. La figlia di Tommasini vi ha scritto per avere molte copie delle vostre Poesie, e le desiderano anche a Parigi, io ne diedi quella che avevo a quel giovine Sinner, che mi fece milT attenzioni, ma con mio dispiacere, dovè partire presto per un viaggio in Germania e Manzoni pure desidera conoscere le vostre Poesie, e le vorrebbero anche a Milano.

1660. A Carlo Leopardi.
[Roma] 15 Ottob. [1831]

Cariuccio mio, Ti ringrazio tanto e poi tanto dell’affettuosa curiosità che ti ha dettata la tua lettera. E naturale che tu non possi indo- vinare il motivo del mio viaggio a Roma, quando gli stessi miei amici di Firenze, che hanno pure molti dati che tu non hai, si perdono in congetture lontanissime. Dispensami, ti prego, dal raccontarti un lungo romanzo, molto dolore e molte lagrime. Se un giorno ci rivedremo, forse avrò forza di narrarti ogni cosa. Per ora sappi che la mia dimora in Roma mi è come un esilio acerbissimo, e che al più presto possibile tornerò a Firenze, forse a Marzo, forse a Febbraio, forse ancor prima. Ho mandato costà i libri perchè a me non servono. Guàrdati, ti scongiuro, dal lasciar trasparire che vi sia mistero alcuno nella mia mossa. Parla di freddo, di progetti di fortuna, e simili. Scusami, se sono così laconico: non mi soffre il cuore di dir più; poi ho una diecina di lettere da scrivere, e gli occhi malati. Salutami la tua Paolina e la nostra Gigia; e informami bene delle ciarle che i Podaliri partiti di qua senza vedermi, e il resto di Recanati che mi cir- conda e mi perseguita con visite, inventeranno parlando e scri- vendo sul conto mio. Non è il minor dei dolori che provo in Roma, il vedermi quasi ripatriato; tanta parte di canaglia Reca- natese, ignota in tutto il resto del globo, si trova in questa città. Mi congratulo cordialmente con te de’ tuoi risparmii, e ti con- forto a seguire. Addio, Cariuccio mio caro.